venerdì 2 settembre 2011

USCIRE DALL'EURO.

Uscire dall’euroPiuttosto che lasciarsi prima svenare e poi vendere… Avv. Marco della Luna - http://marcodellaluna.info/sito/
I rimedi ai problemi finanziari proposti dalle parti sociali e dai partiti sono meri palliativi, inutili, perché servono solo a tirare avanti di qualche settimana. La manovra governativa, anche la seconda, è iniqua e recessiva, sbilanciata sul lato delle entrate, e ha mobilitato resistenze insuperabili nel paese. Ora il governo, dopo che l’UE l’ha approvata, se la rimangia e ne fa un’altra, non migliore, ma semplicemente congegnata in modo da evitare che si coalizzi un’efficace resistenza, sia civile, che interna alla partitocrazia, la quale vuole conservare i suoi canali di spesa. La manovra alternativa del PD frutterebbe solo 1/10 dei 40 miliardi da recuperare (Tito Boeri su La Repubblica del 27 Agosto) e dimostra che l’opposizione non vale nulla, non ha capacità, non ha idee, non ha uomini. Il sistema partitico è oramai solo una zavorra senza capacità di soluzioni e senza valore di rappresentanza. Quindi senza legittimazione.
Sono decenni che in Italia si fanno sacrifici e manovre di risanamento e di adeguamento ai parametri europei, e siamo messi sempre peggio. Nessuno vuole ammetterlo, ma è palese che non funzionano. Il debito pubblico ha sempre continuato a crescere. Il motore del disastroso processo di indebitamento, su scala mondiale è il monopolio privato e irresponsabile della creazione e distruzione di moneta e credito, in mano a un pugno di banchieri, che controlla le banche centrali, BCE compresa, e ricatta i governi con minacce di declassamento e di non acquisto dei loro titoli del debito pubblico. Essenzialmente, li ricatta a trasferire al settore finanziario crescenti quote di reddito e risparmio dei cittadini e delle imprese. Recenti dati mostrano che i paesi che hanno dichiarato di non potere o volere pagare il debito pubblico, dopo il default si sono ripresi bene.
Piuttosto che continuare con manovre depressive e socialmente laceranti, che non risolvono niente da decenni, sarebbe preferibile, per l’Italia, il seguente programma:
1-Uscire dall’Euro ritornando alla Lira;
2-Ripudiare il debito pubblico;
3-Nazionalizzare la Banca d’Italia e sottoporla a una commissione parlamentare;
4-Ripristinare i vincoli di portafoglio e di acquisto dei titoli di stato, come prima del divorzio della Banca d’Italia dal Tesoro;
5-Porre un vincolo costituzionale di pareggio di bilancio;
6-Nazionalizzare le banche commerciali che, avendo nel portafoglio molti titoli del debito pubblico, entreranno in crisi .
In tal modo, si eviterebbe tagli depressivi e socialmente laceranti, si risparmierebbe il 22% della spesa pubblica, si azzererebbe il debito pubblico, si potrebbe svalutare e così rilanciare le esportazioni, gli investimenti, l’occupazione; non si avrebbe più bisogno di emettere titoli del debito pubblico, salvo il caso di emergenze; anche in tal caso, li comprerebbe la Banca d’Italia.
Ma continuare con gli inasprimenti fiscali, con la tassazione di redditi presunti, con i tagli allo stato sociale, ai diritti dei lavoratori – continuare con l’indebolimento del paese e l’incremento dell’insicurezza e della paura – tutto questo è utile a portare il paese e la gente in condizioni ottimali per il capitale internazionale che aspira a rilevare dall’esterno l’economia e le risorse, compresi i lavoratori, di un paese in ginocchio, pronto a lavorare per bassi salari, senza garanzie e tutele, livellato al basso. Un paese dove la gente e le imprese devono svendere i propri beni per debiti, anche fiscali. A questo pare che mirino le politiche e i ricatti della c.d. Europa – BCE, UE –, del FMI, delle società di rating. Ma non è l’Europa, bensì la maschera della comunità finanziaria sovrannazionale.
Il processo integrativo europeo dell’Europa allargata a 27 membri è finito. La Commissione conta sempre meno. Le decisioni si prendono tra cancellerie di paesi forti, esclusi gli altri. Soprattutto quelle per decidere le mosse della BCE, in modo che salvaguardi innanzitutto la Germania. Questa, assieme ai suoi satelliti e alla sua imitatrice, la Francia, l’ha oramai detto e ripetuto: non accetterà mai di emettere gli eurobond, cioè di mettere in comune il debito pubblico proprio con quello italiano e degli altri paesi eurodeboli. I paesi euroforti non accetteranno mai l’integrazione politica con l’Italia non solo per il suo debito pubblico, ma anche perché la classe politica e dirigente italiana è troppo marcia e incompetente: all’estero hanno visto tutti abbastanza, oramai, dalla mafia, alle storie dei rifiuti di Napoli, al bunga bunga, alla giustizia a livelli di Africa Nera. Forse negli anni ’90 pensavano che l’Italia avrebbe eliminato questa classe dirigente e corretto i propri difetti grazie alla pressione dell’Euro, ma ciò non è avvenuto. All’estero sanno che l’Italia non riesce a riformarsi, a intervenire sui propri vizi strutturali, e che sta declinando da 20 anni incessantemente. Sanno che inevitabilmente uscirà dall’Euro. Sanno che integrarsi politicamente con un paese come l’Italia sarebbe come impiantarsi una grave malattia. Nessun paese o azienda efficiente ha interesse a integrarsi con un paese o un’azienda inefficiente. Ha per contro interesse a sfruttarlo/a assumendone il controllo dall’esterno.
La Germania (seguita da altri paesi forti) è un paese molto più efficiente, corretto e serio dell’Italia. La sua politica è quindi quella di tenere l’Italia sotto la BCE e gli organismi comunitari, che la Germania può dirigere, al fine di neutralizzarla come paese concorrente sui mercati internazionali, e di costringerla, prima che finisca per lasciare l’Euro, a pagare i propri debiti in Euro verso le banche tedesche anche al costo di dissanguarsi. E questa linea politica si sta confermando e irrigidendo nel progredire della crisi. Giulio Tremonti, il 27 Agosto, parlando ai Ciellini di Rimini, ha non senza ragioni ammonito la Germania ad accettare l’eurobond e a non ostinarsi nella sua politica solipsistica, perché potrebbe finire a suo danno. Ma ostinarsi nelle politiche solipsistiche è ciò che la Germania sta facendo da quando è nata, dal 1871. Non ha mai cambiato linea, nonostante due guerre rovinosamente perse. Il sistema-paese Germania capisce i fatti, non ragioni, moniti e minacce.
Il governo italiano impone al paese sacrifici durissimi e recessivi in nome dell’integrazione europea. Ma l’integrazione europea è finita, per noi. L’Italia non sarà mai integrata. Quindi sarebbe tempo di rovesciare il tavolo, prima che il governo di centro-destra adesso, e un governo di centro-sinistra domani, facciano qualche altra manovra di salasso, per poi annunciare che, inopinatamente, le manovre non sono sufficienti, e che bisogna alzare l’uva, mettere l’imposta patrimoniale, tagliare le pensioni, marchionnizzare tutto il paese immediatamente e senza discutere per pagare gli interessi sui debiti – in ossequio alla curiosa inversione dei ruoli, oramai dilagata in tutto il mondo libero, in virtù della quale lavoratori, imprenditori e consumatori producono la ricchezza che dà valore alla carta prodotta dal settore finanziario, però si ritrovano di esso eternamente debitori, anzi devono sottomettersi alle sue regole e alla sua morale.
Ripudiare il debito pubblico, dunque, e uscire dall’Euro. Immediatamente, finché non siamo ancora dissanguati. Alle lamentale di chi ha comperato titoli del debito pubblico italiani e farà l’indignato quando l’Italia non li pagherà, si replicherebbe che li ha comperati sapendo che erano a rischio, che per il rischio ha avuto un premio di maggior rendimento, e che in ogni caso poteva venderli nei mesi scorsi, vista l’aria che tirava; quindi se la prenda con se stesso;
A chi (banche, perlopiù) li ha ricevuti in garanzia in epoca non sospetta, per l’apertura di una linea di credito non speculativa, si offrirebbe una garanzia sostitutiva;
A Germania e soci, si replicherebbe che i benefici dall’Euro, e ancor prima dallo SME, e prima ancora dalla politica agricola comune, li hanno avuti proprio loro, e a spese e danno dell’Italia, soprattutto in fatto di competitività, di quote di mercato, di occupazione;
Alla BCE si replicherebbe che il suo comportamento è inaccettabile, in quanto non rende nota la quantità di denaro prodotta e la quantità di crediti erogati;
A Bruxelles si replicherebbe che il SEBC viola l’art. 1 e 11 Cost. L’art. 11, perché questo autorizza limitazioni e non trasferimenti della sovranità; li autorizza per fini di tutela della pace e della giustizia, non finanziari, come fatto per la BCE; li autorizza in favore di altri paesi, non in favore di un organismo sovrannazionale, esente da controllo democratico, come è la BCE; li autorizza a condizioni di parità, mentre la presenza nella BCE delle banche centrali di Regno Unito, Danimarca e Svezia, che non sono soggette a Euro e BCE ma partecipano ai suoi utili e alla sua sovranità monetaria anche sull’Italia, viola tale condizione. Inoltre viola la norma fondamentale, l’art. 1, sia in quanto toglie al popolo la sovranità monetaria ed economica, che è la principale componente della sovranità e del governo; sia in quanto il fine della BCE non è la tutela del lavoro, ma del potere d’acquisto della moneta. L’art. 1 afferma per contro i due principi fondamentali: la sovranità appartiene al popolo, e l’Italia è fondata sul lavoro. Questi principi fondamentali sono limiti assoluti, o controlimiti, a quanto possono disporre trattati internazionali come quello di Maastricht che costituisce il sistema della BCE. Un trattato, quindi, illegittimo ed eversivo dell’ordine costituzionale, come tette le controparti dell’Italia dovevano sapere.
Ma che cosa si potrebbe spiegare a Washington e Londra? Potremmo dire loro che l’Italia ha oramai fatto quanto poteva fare, dall’interno dell’UE e dell’Euro, per ostacolare il costituirsi di una potenza europea coGiustificancorrente degli USA, con una valuta concorrente al Dollaro. E che ora, per contrastare un’unificazione centro-europea sotto i Tedeschi, è indispensabile che riprenda una certa libertà di manovra.
www.disinformazione.it


Un saluto da Carmelo.

venerdì 22 luglio 2011

Fantasi della realta e potere dei banchieri.

Fantasmi della realtà e potere dei banchieri di Ida Magli - ItalianiLiberi http://www.italianiliberi.it/
Si stanno rappresentando in questi giorni, in diversi paesi d’Europa, straordinarie commedie dell’assurdo. Gli attori più in vista sono gli uomini di Governo - in Francia, in Spagna, in Grecia, in Germania, in Italia - ma sono coadiuvati talmente bene in questa recita da tutti gli altri responsabili della vita politica e sociale, e prima di tutto dai giornalisti, che noi, poveri cittadini-sudditi, non riusciamo a capire perché il loro frenetico agire ci sembri così privo di una concreta direzione di senso e temibile proprio per questo. Lo spettacolo offerto dagli “attori” italiani è tragico e surreale al tempo stesso. Berlusconi, Tremonti, Bossi, recitano a meraviglia i loro piccoli scontri sul bilancio, sul trasferimento di qualche Ministero al Nord, sulla necessità del governo centrale di aiutare lo smaltimento dei rifiuti a Napoli, come se davvero questi fossero i problemi politici di una Nazione che non soltanto deve provvedere alla vita ordinata di 60 milioni di persone ma che, per la sua posizione geografica, per i suoi impegni con l’Ue e con la Nato, è al centro di interessi economici e militari a livello mondiale. Le opposizioni stanno al gioco con una puntualità e una solerzia quasi incredibili, tenendo ben fissa l’attenzione dei cittadini, ma in apparenza anche la propria, sui piccoli particolari di queste dispute come se davvero fossero racchiusi qui i maggiori problemi degli Italiani. Se qualche volta la polemica sembra diventare più forte, è soltanto perché lo scambio di invettive ha assunto termini maggiormente violenti e volgari, ma si tratta in tutti i casi di invettive a vuoto: servono ad alimentare la commedia. Della politica vera, dei drammatici problemi veri, non parla nessuno, né al governo né all’opposizione.
I problemi più importanti Sono problemi che chiunque è in grado di vedere e che, volendo limitarsi esclusivamente ai più gravi ed impellenti, possiamo indicare nel modo seguente:
1) L’ inesistenza dell’Europa come realtà politica, dalla quale però dipendiamo come se esistesse (la vicenda della guerra in Libia decisa da Sarkozy ne è una soltanto una delle ultime e sconvolgenti prove).
2) L’ appartenenza dell’Italia alla Nato, organizzazione militare che non si sa più a quale direttiva politica obbedisca data la mancanza di un’autorità politica europea e la contemporanea perdita di potere dei singoli Stati d’Europa (nessuno s’interroga, per esempio, su quale ruolo stia svolgendo nella politica estera l’Inghilterra, sempre sorella degli Stati Uniti ma con un piede dentro e uno fuori dell’Ue).
3) Il potere assoluto dei banchieri, a livello mondiale ed europeo, che ha completamente esautorato i politici nazionali e sta mano a mano svuotando l’essenza stessa dei singoli Stati costringendoli a vendere i loro possessi e finanche il proprio territorio (la Grecia è soltanto la prima di una catena già pronta).
4) L’irrazionalità di una sola moneta come espressione e strumento di 17 Stati totalmente differenti per il loro peso politico e le loro dimensioni economiche. E’ evidente che, o si disfa al più presto questa costruzione sul vuoto, oppure si verificherà un catastrofico fallimento collettivo. C’è forse bisogno di una qualsiasi dimostrazione in questo campo? L’euro è soltanto il diverso nome del marco. Un marco privo, però, dello Stato di cui era espressione. Per questo la Germania ha funzionato fino adesso come lo “Stato ombra” dell’euro. Ma è chiaro che la Germania non può continuare a reggere questa mastodontica finzione senza farsi trascinare anch’essa nel baratro: prestarsi soldi fra debitori (l’Italia, tanto per fare un esempio, ha iscritto nelle uscite del proprio bilancio il denaro prestato alla Grecia) è una pratica da “pazzi”, che nessun “povero” metterebbe in atto e che nessun usuraio accetterebbe, ma che i banchieri della Bce e del Fmi fingono di trovare normale e necessaria, spingendola fino all’estremo al solo scopo di rimanere alla fine “proprietari”, concretamente proprietari di tutta l’ Europa dell’euro.
5) L’eliminazione degli intellettuali dalla leadership, concordemente attuata da tutti i partiti europei, fatti esperti dallo scontro-sottomissione degli intellettuali nella Russia bolscevica. I partiti più importanti in Europa sono anche oggi quelli essenzialmente comunisti, reduci del comunismo e più o meno suoi eredi. L’Italia ne rappresenta la più fulgida testimonianza: il Presidente della Repubblica è appartenuto per tutta la vita, fino dai tempi di Stalin, al Partito comunista. Con il trattato di Maastricht gli intellettuali sono stati praticamente aboliti; non si sente più nessuna voce che possieda autorità tranne quella dei banchieri. Segno evidente di una tragica realtà: se sono morti gli intellettuali, è morta la civiltà europea.
6) La complicità di tutti i mezzi d’informazione con il disegno dei politici e dei banchieri. Una complicità così assoluta quale mai si era verificata prima nella storia perché non obbligata da nessuna censura. Gli oltre 500 milioni di cittadini d’Europa coinvolti nell’operazione disumana di lavorare senza saperlo al proprio suicidio, vi sono stati condannati non tanto dai politici quanto dai giornalisti. Senza il silenzio dell’informazione non sarebbe stato possibile condurre in porto un disegno di puro potere quale quello in atto.
Politici e banchieri in commedia Se ciò che ho messo sinteticamente in luce è il quadro generale, per quanto riguarda i piccoli avvenimenti di quest’ultimo periodo a casa nostra non si può fare a meno di rilevare gli errori compiuti dai partiti di governo. Il Pdl e la Lega avrebbero avuto il dovere di piegarsi almeno per un momento a riflettere sui motivi delle sconfitte riportate nelle ultime elezioni e nei referendum. Per farlo, però, sarebbe stato necessario abbandonare il gioco della finzione come unica attività dei politici, uscire dalla “rappresentazione”, scendere dal palcoscenico dell’assurdo, cosa che evidentemente non hanno il coraggio di fare. Che non sia facile è chiaro.
Bisognerebbe, infatti, rivelare agli Italiani che la sovranità e l’indipendenza della Nazione non esistono più, che tutte le funzioni vitali della società e del potere sono state consegnate in mani straniere e che quello che sembra ancora autonomo ed efficiente è di fatto pura apparenza. E’ sufficiente un solo esempio.
Tutto il gran parlare e il gran manovrare che si verificato in questi giorni intorno ai nomi del Signor Draghi, del signor Bini Smaghi e di altri importanti banchieri, appartiene al mondo della “rappresentazione”, della “commedia surreale”. In realtà i politici e il governo italiano non possiedono in questo campo alcun potere. Il signor Draghi, il signor Bini Smaghi, il signor Trichet (presidente della Bce) sono, chi in un modo chi in un altro, i proprietari, i possessori, gli “azionisti” delle Banche centrali. La Banca d’Italia, la cui direzione il signor Draghi sta per lasciare nelle mani del probabile signor Bini Smaghi, non è per nulla la Banca “di” Italia, non appartiene allo Stato italiano; quel “di”, particella possessiva, è un falso perché si tratta di una banca di proprietà di cittadini privati, possessori, come il signor Draghi, di parti del suo capitale, e continua a portare il nome di quando era effettivamente di proprietà dello Stato italiano ed emetteva la moneta dello Stato, esclusivamente allo scopo di ingannare i cittadini italiani. Stesso discorso si può fare per la Banca centrale europea, anch’essa proprietà di ricchissimi banchieri privati come i Rothschild, i Rockfeller e gli altri banchieri possessori del capitale della Banca d’Inghilterra, della Banca d’Olanda e ovviamente anche della Banca d’Italia come il signor Draghi. Lo Stato italiano, quindi, non ha, come nessun altro Stato europeo, alcun potere sulle nomine e tutto il gran parlare che si è fatto sul rispetto delle “procedure” da parte del Governo, sull’approvazione da parte del Parlamento europeo della nomina di un “illustre italiano” nelle vesti del signor Draghi, è stata una commedia, finzione allo stato puro: i banchieri si scelgono, si cooptano fra loro, tenendo nascosto il proprio potere dietro la copertura dei politici.
In conclusione: non c’è nessuno, in Italia, che non lavori a ingannare i cittadini, ivi compresi - è necessario ripeterlo e sottolinearlo - i giornalisti, la cui complicità è determinante in quanto costituisce il fattore indispensabile alla riuscita della rappresentazione.Rimane la domanda fondamentale: perché i politici hanno rinunciato al proprio potere trasferendolo nelle mani dei banchieri? Nessuno ha ancora dato una risposta soddisfacente a questo interrogativo ed è questo il motivo per il quale siamo tutti paralizzati: siamo prigionieri in una rete fittissima ma non sappiamo contro chi combattere per liberarcene.
Il regno di Bruxelles Laddove i banchieri non sono soli a comandare, troviamo insieme ad essi altri privati, non soggetti a nessuna votazione democratica, quali i Commissari dell’Ue e i Consiglieri del Consiglio d’Europa, di cui probabilmente gli Italiani non conoscono neanche il nome. In quel di Bruxelles le commedie dell’assurdo abbondano, tanto più che, lontani da qualsiasi controllo, si sono moltiplicati i ruoli, gli attori e i fiumi di denaro necessari alle rappresentazioni. Gli obbligati “passaggi” di alcune normative attraverso il Parlamento europeo, per esempio, costituiscono soltanto una delle innumerevoli, mirabili finzioni che sono state ideate per ingannare i poveri sudditi dell’Ue. Infatti le decisioni importanti vengono prese in ristretti gruppi di élite (il Bilderberg, l’Aspen Institute, per esempio) e la loro consegna al Parlamento obbedisce ad un rituale pro-forma, ad un’apparente spolverata di democraticità, così come soltanto pro-forma vengono consegnate poi per la ratifica finale ai singoli Parlamenti nazionali. Il nostro Parlamento, ubbidientissimo e servile come nessun altro, a sua volta le approva senza preoccuparsi neanche di farcelo sapere. A tutt’oggi l’80% delle normative in vigore in Italia è dettato da Bruxelles, ma gli Italiani credono ancora di essere cittadini di uno Stato sovrano.Insomma, dobbiamo guardare in faccia la realtà: lo Stato italiano esiste soltanto di nome e noi, suoi sudditi, serviamo a tenere in vita, con i nostri soldi e la nostra credulità, una miriade di istituzioni “crea carte” e “passa carte” prive di reale potere. Si tratta, però, di istituzioni che, come succede sempre negli Stati totalitari, creano per sé a poco a poco il potere che non possiedono costruendo e organizzando cerchi sempre più larghi di nuove istituzioni, di inestricabili burocrazie. Non per nulla un esperto della Russia bolscevica quale Bukowski ha affermato che l’Ue ne costituisce una copia. Non si tratta di un’affermazione esagerata: gli avvenimenti che lo provano sono sotto gli occhi di tutti, anche se per la maggioranza dei cittadini, accecati dalla “rappresentazione” della democrazia, è difficile accorgersene. Ma presto la burocrazia mostrerà la durezza della sua faccia.

domenica 27 febbraio 2011

acqua:: berlino dà l'esempio.


Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori
Acqua: Berlino dà l'esempioFonte: ilribelle.com
di Andrea Bertaglio - tratto da http://www.stampalibera.com/?p=22613
Il referendum popolare di domenica scorsa si è chiuso con una vittoria che ha sfiorato l’unanimità: il 98,2 per cento dei cittadini vuole che la Berliner Wasserbetriebe sia gestita esclusivamente dal Comune
Anche a Berlino l’acqua torna pubblica. A deciderlo una consultazione popolare che ha chiesto ai cittadini della capitale tedesca, domenica 13 febbraio, di dire “sì” o “no” alla proposta di togliere la gestione dell’acqua ai privati.
Se in Italia si deve ancora votare sulla questione della privatizzazione dei servizi idrici, e se in una città come Parigi è già stato deciso da parecchio tempo di renderli nuovamente pubblici, oggi anche Berlino ha deciso che non si possono più associare speculazioni e profitti ad un bene di primaria importanza come l’acqua. I berlinesi hanno infatti votato “sì” al referendum per l’annullamento della privatizzazione parziale della società di gestione dei servizi idrici. Una vittoria a dir poco schiacciante: su oltre 678.000 elettori, il 98,2%, ha votato a favore di un’inversione di marcia, rivendicando anche una maggiore trasparenza dei contratti.
«Un bene essenziale come l’acqua non può essere fonte di profitto, vogliamo che torni in mano pubblica», ha dichiarato il portavoce del Comitato promotore, Thomas Rodek. E così sarà. Quello del referendum berlinese è stato un trionfo dei sì: ne servivano almeno 616.571, e ne sono arrivati 665.713. Andreas Fuchs, il cassiere del comitato referendario, commenta: «Ci speravo, ma non me l’aspettavo più, vista la scarsa affluenza in mattinata». Ed aggiunge: «È la prova che si può fare molto anche con pochi mezzi». Pochi mezzi davvero, dato che il comitato disponeva di soli 12 mila euro per organizzare tutto: soldi ottenuti interamente da donazioni (mentre gli organizzatori del fallito referendum sulla religione a scuola di due anni fa avevano raccolto centinaia di migliaia di euro).
La richiesta riguardava la pubblicazione integrale del contratto con cui nel 1999 la capitale tedesca, cercando di fare cassa, decise di vendere alle società Rwe e Veolia il 49,9% dell’azienda dei servizi idrici comunali, la Berliner Wasserbetriebe. Un contratto di cui solo nel novembre del 2010 i promotori del referendum hanno ottenuto la pubblicazione da parte del municipio berlinese: 700 pagine che illustrano il processo di privatizzazione parziale. Un dossier che mostra come la città abbia garantito alti margini di guadagno alle due imprese interessate, Rwe e Veolia. Che, nell’arco di dieci anni, hanno incassato più utili dell’intera città di Berlino: 1,3 miliardi contro 696 milioni. Ora l’obiettivo del comitato referendario resta quello di riportare completamente la Berliner Wasserbetriebe in mani pubbliche. Evitando possibilmente di replicare quanto successo nella vicina Potsdam, dove, nonostante la società di gestione dei servizi idrici sia stata rimunicipalizzata dieci anni fa, i prezzi hanno continuato a salire. E a far pagare oggi un metro cubo d’acqua più che a Berlino (5,82 euro).
In una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno gli italiani si potranno esprimere sul quesito riguardante l’abrogazione del decreto Ronchi, col quale nel 2009 è stato sancito che il servizio idrico non potrà più essere gestito da società pubbliche, ma solamente affidato a società che sono o totalmente private, o possedute da privati per almeno il 40%. Il secondo quesito riguarda invece la cancellazione del “Codice dell’ambiente”, una norma che prevede una quota di profitto sulla tariffa per il servizio idrico, la cosiddetta “remunerazione del capitale investito”.
Secondo i detrattori italiani dei referendum sull’acqua “privatizzare non può che migliorare la qualità dei servizi”. Per i sostenitori del referendum di Berlino, invece, in seguito alla privatizzazione parziale dei servizi idrici comunali i prezzi dell’acqua sono aumentati del 35%, collocandosi fra i più alti di qualsiasi altra città tedesca. A Berlino un metro cubo d’acqua costa 5,12 euro, a Colonia 3,26. Teniamolo ben presente, quando questa primavera ci recheremo a votare. Ce lo ricorda anche Dorothea Härlin, del comitato referendario berlinese, che sottolinea l’importanza internazionale del successo registrato nelle urne il 13 febbraio, ricordando che «non soltanto i berlinesi, ma i cittadini di tutto il mondo si battono per l’acqua».
www.disinformazione.it

lunedì 8 novembre 2010

AL POPOLO PIACE ESSERE SCHIAVO.

Cari Amici, , mi sono rotto di spiegarvi cos’è il signoraggio, perché la soluzione è che lo stato stampi i soldi lui stesso e non debba comprarlo dalla B.C.E BANCA PRIVATA. I politici anno PRIVATTIZZATO ANCHE LA CARTACCEA COL SOLO VALORE TIPOGRAFICO DÌ 00.30 CENTESIMI di euro A BANCONOTA-
il risultato è deludente, la gente il popolo non si sveglia continuate a guardare grande fratello, ancora e niente su quello che ancora dovrà succedere, a noi popolo, fame disoccupazione, suicidi di massa ecc……,DETTO ORDINE MONDIALE…
BAY……BAY……BAY…..

venerdì 22 ottobre 2010

la-francia-si-mobilita-contro-lo-stato

da:www.mentereale.com/articoli/la-francia-si-mobilita-contro-lo-stato


di Corrado Belli sarebbe meglio dire... i francesi ne hanno le palle piene di Sarkozi e dei suoi scagnozzi.Quello che stiamo assistendo negli ultimi giorni in tutta l’Europa c’era d'aspettarselo, in Francia la situazione ormai è degenerata, il 70% dei cittadini prende parte allo sciopero proclamato una settimana fa, da questo possiamo ben dedurre che non si tratta di uno sciopero dei Camionisti di Autocisterne o degli agricoltori che manifestano contro le decisioni della UE.. no.. i francesi hanno capito che il loro NANO è peggio del nostro NANO, dalle parole che escono dalla bocca di Mister Sarkozi sembra che si sia auto proclamato Napoleone, la Popolazione ha finalmente capito come sono stati presi per il fondello un po’ alla volta.. la tattica del salame.Hanno capito che questi ciarlatani che sono al Governo hanno svenduto la Grande Nation alle Lobby.. alle Multinazionali che comandano a Brussel e che fanno le leggi senza che i cittadini ne vengano informati o senza che venga chiesto il loro parere, hanno capito con quale trucco furono portati a far parte dell’Europa dei Rothschild dopo il referendum nella quale il 55% dei cittadini era contrario alla Costituzione della UE, tanto fecero i Politici fino a quando trovarono la soluzione denominando la Costituzione “Trattato di Lisbona” che fu ratificato senza nessun referendum popolare come i cittadini volevano, la stessa cosa è successo con l’Irlanda ..contro ogni volere dei cittadini.Hanno capito che la riforma delle pensioni e l’aumento della età Pensionistica colpirà le prossime generazioni alla grande e senza via di scampo e che anche pagando i contributi non ci sarà nessuna pensione anche se si lavora fino alla fine dei propri giorni, lavorare una vita intera per mantenere una banda di Criminali/Magnaccia che hanno sperperato le casse del Governo come se fossero stati a giocare in un Casino perdendo sempre, hanno tolto i risparmi ai cittadini per rimpiazzare le perdite delle Banche (finte perdite), mentre i Bonzi delle Multinazionali vanno in Pensione con somme di denaro sproporzionate.. denaro rubato ai cittadini, i francesi non volevano che la Francia si immischiasse nelle guerre in Iraq e Afganistan.. no.. ma i Politici grandi lecchini hanno fatto in modo che si prendesse parte a delle Guerre che hanno solo uno scopo: sterminare quelle Popolazioni per assicurarsi un Benestare dagli Americani e dai suoi scagnozzi. I Francesi non sono disposti a pagare i debiti degli altri e dello stato che ha finanziato alla grande la finta crisi e che alla fine dovranno pagare per tutta la vita, hanno capito che questi criminali stanno comprando i loro terreni con i soldi che prima gli hanno rubato.. i francesi non sono come gli italiani.. loro parlano quando sono a casa.. parlano con i loro figli sui problemi che lo stato ha creato ai cittadini.. i giovani vengono messi al corrente di tutto quello che i Magnaccia decidono, adesso hanno veramente le palle piene. Oggi anche trasportatori si sono uniti allo sciopero, gli autisti dei Trasporti Monetari hanno incrociato le braccia lasciando le Banche all’asciutto.. gli Agricoltori, la Metalmeccanica.. la Gastronomia messa in ginocchio dopo l’entrata del divieto di fumo nei locali, negli Ospedali sono rimasti solo medici e infermieri per l’Emergenza, ..forse i Politici non hanno capito che senza l’appoggio dei cittadini non si muove più niente.. invece di fare le leggi dettate dalle industrie Farmaceutiche, dalla Finanza mondiale, dell’industria petrolifera, dall’industria delle Armi, dalla Chimica e dell’Atomo che hanno corrotto per anni tutti i Governi Europei compreso tutto l’apparato del Parlamento UE.E noi Italioti?A parte le dimostrazioni che si sono avute nella Val di Susa ..nella Campania e adesso in Sardegna.. “con tutto il rispetto” cosa stiamo facendo per fermare questa Banda di Criminali che ci governa e fanno quello che gli pare a piace?Nulla.. abbiamo il 42 Pollici.. 3 macchine comprate a rate.. 5 telefonini e mamma RAI che ci rincoglionisce in continuazione con i suoi esperti in materia e che sanno tutto meglio degli altri... tutto va bene, più coglioni di cosi si crepa. Si vede che l’italiano moderno e Americanizzato non vuole vivere LIBERO.. gli piace fare lo schiavo Telecomandato a distanza per poi prenderselo nel fondello da vicino e in profondità.

sabato 26 giugno 2010

Il Governo Dell'Usura E Del Signoraggio

Il Governo Dell'Usura E Del Signoraggio" Di Lorenzo Chialastri.

Senz’altro ogni ente umano è sempre formato da parti, da singoli, ma non sempre, anzi mai, questo corpo è la somma dei singoli. L’addizione non funziona, e questo per un fatto semplice che risiede nella natura politica dell’uomo; di ciò possiamo trovare conferma nelle più arcaiche società, nella famiglia, fino all’ultima banda di periferia metropolitana. Lo stare insieme assume un significato che scavalca la somma individuale.Lo star insieme non è porre individui vicini, il suo valore, la sua forza, la sua essenza risiede nelle relazioni, amore e odio, passione e ragione, tra le parti, e come il tutto interferisce con l’esterno.Ora, al di là delle convinzioni, parlare di certezze ideologiche in questi tempi sembra anacronistico, bisogna metterci d’accordo sul significato che si ha di pubblico, collettività, Stato e impresa privata, che sono pur sempre aggregati umani.Certo che il privato, singolo e impresa, esercita la sua attività per passione e soddisfazione personale, ed entrambe le ambizioni, in una società libera, sono legittime. Ma è pur vero che il suo esercizio avviene in uno spazio non privato, quindi, anche se si tratta del più individualista del mondo dovrà comunque stabilire delle interazioni sociali pubbliche opportunamente regolate. Ma la domanda che vogliamo farci, che lega quindi il privato con un doppio filo al pubblico, è: possono servizi o esercizi di pubblica utilità essere gestiti da privati? Le risposte alle domande semplici sono spesso quelle più complicate, anche questo caso non fa eccezione.Si potrebbe partire dal principio primo che l’ente associato Stato è quello che per sua natura svolge un ruolo pubblico per antonomasia. Non potrebbe essere diversamente, questo scopo deve essergli connaturale, pena la sua morte o riqualificazione. Pertinenze e confini di questo ruolo stabiliscono orientamenti politici differenti, gli stessi che hanno caratterizzato lotte ideologiche negli ultimi due secoli assecondo di volerli spostare più verso il valore di “uguaglianza”, o verso il valore di “libertà”.La debolezza degli Stati odierna, dopo il crollo ideologico e pratico della “lotta di classe”, è quella di essersi ridotti ad aggregato di individui, questa somma di “uno” non stabilisce una volontà comune, coesa all’interesse e alla salvaguardia collettiva, ma si predispone soltanto alla mercé di poteri autenticamente banditeschi e lucrativi, poteri spesso planetari ma pur sempre, rigorosamente, privati.Per questa ragione pensiamo che peculiarità irrinunciabile dello Stato sia quella di possedere, o controllare a secondo dei casi, tutti quei settori ritenuti strategici. Certo che alcuni settori pur strategici possono essere gestiti dal privato dietro visione dello Stato, ma questo non è il punto, perché la realtà sembra aver abbondantemente superato questo momento, avendo a che fare oramai con una latitanza mafiosa dello Stato stesso, che è in una rovinosa ritirata.S’è di fatto costruita un’architettura tale per cui il funzionario di stato, o para-statale, posto a dirigere settori vitali, si trova non distolto dalla propria funzione pubblica, ma totalmente traviato da detto compito perché schiacciato dal peso del debito. Questo è vero per il magistrato, per il primario dell’ospedale, per un preside di una scuola elementare o per un magnifico rettore. Tutti devono far quadrare il magro bilancio. Né vale la poltrona e la nuova professionalità costruita come un manager. Risultato: si naviga a vista, e i servizi, che lo Stato dovrebbe dare ai cittadini, non per elemosina ma per diritto, non ci sono, non funzionano, quando per averli bisogna pure pagare.Lo Stato indebitato, lo Stato somma di “uno”, singolarmente indebitati, non ha più nessuna volontà, unico segno d’esistenza, oltre alla pressione fiscale, è dato dal suo convincimento autodistruttivo, autolesionistico, diversamente chiamato privatizzazione, nessuna anima, alcuna vitalità, alcun pallore di unità dialettica-filosofica. Perde la sua sovranità, non persegue - non può farlo - il “bene comune” e cessa la Res-Publica.Non c’è più alcun interesse generale, si rincorrono meri fini particolari, singoli, privati. S’è così realizzato l’esempio più grande, mai visto sulla faccia della terra, di social-riduzione, un insieme d’individui indipendenti, individuali, disgiunti e non relazionati. In altre parole la stessa operazione che nella decomposizione di un corpo organico svolgono i bio-riduttori, capaci di frammentare, allontanare, elementi un tempo facenti parte di un tutto uno. Questa operazione inizia quando l’organismo in questione è morto.Sul cittadino di questo Stato in putrefazione, fantasma di se stesso, incombe il debito pubblico, padre di tutti servizi pubblici tagliati, più il debito privato che il disgraziato dovrà caricarsi se avrà la pretesa di tentare una vita propria. Doppio debito, doppio ricatto, unica ansia senza altra distrazione.Luogo comune, oggi più che mai, è quello di dire: manca il denaro.Questo è quello che ci sentiremo dire dal giudice, senza fogli per la stampante, così come dal pizzicagnolo che sta chiudendo i battenti. Quel poco denaro che si ha dovrà essere usato per bollette o perlomeno per pagare gli interessi.Ma da dove viene il denaro? Perché manca?Si può rispondere che la sua rarefazione dipenda dalla mancanza di lavoro, e allora perché manca il lavoro? Una ragione di ciò possiamo trovarla asserendo che non vengono più prodotti beni che altrimenti rimarrebbero invenduti, o perché non vengono più fatte grandi opere, magari pubbliche. Ma le grandi opere non si realizzano perché mancano i fondi, così i beni non si acquistano per mancanza di disponibilità, alla fine quello a cui ritorniamo è ancora il denaro. Il ciclo di domande e rispose si chiude nel punto da cui eravamo partiti.L’approccio che abbiamo avuto nei confronti del denaro è cambiato nel tempo, e questo ha coinciso con il cambiare non solo le abitudini ma anche le nostre convinzioni. Si è stratificata una verità immutabile che conferisce al denaro dalla sua comparsa al suo uso, un aspetto talmente naturale tale da non farci fare più tante domande.Se inizialmente la moneta nasce come un facilitatore di scambi e misura dei beni, nella fase successiva si è dato al denaro la stessa dignità del bene stesso. Innescando un dubbio tipo: Nasce prima l’uovo o la gallina? Il denaro o il bene?Oramai queste iniziali aporie hanno trovato ai giorni nostri una soluzione: il denaro, nella sua forma cartacea e ancor di più in quella digitale, ha preso il sopravvento.Il denaro, e chi ne ha pretesa di proprietà di conseguenza, ha superato il bene, ma in questo silente modo s’è consacrato il debito sulle spalle dell’uomo, indipendentemente dalla sua facoltà di lavoro e di capacità a produrre beni e servizi. Quest’uomo produce “solo” beni, non denaro, il denaro lo creano, lo stampano, le banche, e quindi dipenderà eternamente da loro. La stessa cosa che in fondo succede con i paesi “poveri” del globo, dal terzo mondo alla Grecia, quando il Fondo Monetario gli fa prestito.Il problema dal quale non sembra possibile prescindere è nel denaro, ma non è il denaro. Il problema col denaro si pone dalla sua comparsa, ad esso si lega la ricchezza e la disgrazia degli uomini, ma l’approccio che bisogna avere nel suo giudizio in questo caso non vuole essere di natura morale, etica, finendolo con il paragonarlo allo “sterco del demonio”. La corretta domanda è: Di chi è il denaro? Di chi lo porta in tasca, liquido o attraverso carta di credito, viene da pensare, ma non è affatto così.Di chi è la prima e ultima proprietà del denaro?La moneta nasce come facilitatore economico in quanto con esso misuriamo il valore delle cose, ma la sua validità non è assoluta bensì relativa. Relativa alla comunità di uomini che sceglie di usare questo metro di misura. Quindi chi conferisce validità al denaro è la convenzione collettiva. Datosi che si sta trattando di qualcosa di estremamente importante e di una validità pubblica per eccezione, dovrebbe entrare in gioco lo Stato in modo obbligatorio. Lo Stato dovrebbe avere in questo caso, ancora più di tutti gli altri settori strategici di cui dicevamo prima, il controllo per la salvaguardia della sua comunità, in questo caso più che in altri per la difesa del “bene comune”.Ma, come oramai succede nei paesi occidentali, le Banche Centrali hanno invece l’esclusiva d’emissione della moneta, la producono, senza nessuna garanzia di riserva aurea, quindi a costo tipografico, e la prestano allo Stato e al paese. La prestano perché la rivogliono indietro ed anche con gli interessi. Si presta soltanto ciò di cui si ha proprietà, questo significa che la banca ha la pretesa di proprietà sulla moneta. La risposta alla domanda postaci sulla proprietà della moneta trova quindi risposta. Le banche centrali sono proprietarie del denaro, lo stampano, e lo prestano al sistema economico nazionale indebitandolo. Con questo sistema una parte del potere privato prende il sopravvento su tutto, potendo gestire all’origine la ricchezza.E pensare che lor signori, paladini della libertà e del liberismo, onorano la proprietà privata come un dogma, come un qualcosa d’inviolabile, da difendere da quelli che potrebbero essere i residui di uno Stato troppo invadente, ma allo stesso tempo espropriano tutti di ciò che più gli appartiene, il denaro, ed ipotecano ogni possibile sviluppo. Visto che l’esproprio è attuato da enti e persone private, dato che di certo non è proletario, possiamo annoverarlo come atto di appropriazione indebita e di predazione, altrimenti detto furto.Questa pretesa esercitata dalle banche sulla proprietà della moneta è illegittima, per il semplici motivo che spetta al popolo, allo Stato. La proprietà popolare della moneta non è uno slogan demagogico, ma solo la condizione naturale che stabilisce validità alla moneta. Questa validità è consacrata dal popolo che riconosce il denaro convenzionalmente e crea valore.Quando lo Stato, per tacito assenso o inganno, lascia alla BC l’arroganza di gestire i nostri soldi rinuncia alla sua, alla nostra, sovranità; da questo momento ogni azione sarà pilotata dal debito che grava, si perde la facoltà per chiunque di gestire la cosa pubblica nell’interesse collettivo, unica rotta per qualunque timoniere sarà quella di tentare di onorare il debito non dovuto. Lo Stato italiano, in materia di soldi che riceve in prestito, è talmente succube che non è neanche più in grado di negoziare il tasso di sconto che è fissato esclusivamente del governatore della Banca d’Italia.La proprietà bancaria del denaro è un furtoQuesto avvenne nel 1992 grazie a quel ministro del Tesoro, l’esimio Ciampi, che era già stato governatore della Banca d’Italia e che diventò poi Presidente della Repubblica, ovvero il massimo garante della Costituzione. Ciampi, successore, al Tesoro, di Piero Barocci, convitato della banca d’Inghilterra, delle banche d’affari e di Soros, assieme Draghi e Andreatta nel panfilo della Regina per programmare la svendita totale delle imprese strategiche pubbliche italiane, dalle telecomunicazioni all’energia.Pensare che qualcuno crede ancora che il conflitto d’interessi sia nato con Silvio Berlusconi.Lo Stato e i suoi cittadini sono completamente alla mercé della grande usura, e appurato che lo Stato, spogliatosi del suo ruolo costitutivo, quello comunitario, riveste esclusivamente quello amministrativo, repressivo, poliziesco, si rifà con questo sul povero Cristo che, come “uno” tra tanti “uno, non sa più da che parte pararsi.Leggiamo ora un approfondimento tratto da una conferenza, sbobinata per l’occasione, tenutasi a Cave (Roma) nei primi di dicembre 2001, del prof. Giacinto Auriti che per l’efficacia e la cruda semplicità può toglierci altri dubbi al riguardo del tema fin qui trattato: Vogliamo parlare di un argomento vicino al demonio. Quando si dice che la moneta è lo sterco del demonio. Dobbiamo andare alla ricerca della verità, e se andiamo alla ricerca della verità dobbiamo partire da dati semplici, perché una teoria è valida quando nelle conclusioni coincide con il buon senso. Allora le prime tre parole per definire la moneta furono dette da Aristotele: la moneta è la misura del valore.Per esempio questa penna ha il prezzo di mille lire, con le lire ho misurato il valore della penna. Da questa frase di Aristotele, di tre parole, dopo 2500 anni ne abbiamo aggiunte altre tre: la moneta è misura del valore, ma anche valore della misura. Perché? Perché ogni unità di misura ha necessariamente la qualità corrispondente di quello che deve misurare.Per esempio il metro ha la qualità della lunghezza, il chilogrammo la qualità del peso. La moneta ha la qualità del valore perché misura il valore. La moneta è misura del valore e quindi valore della misura, la misura è il potere d’acquisto.Ma la misura che cos’è? La misura è un accordo, una convenzione: il metro cento centimetri, un chilogrammo mille grammi. La moneta è il metro di misura del valore.Quando gli antiche parlavano di misura dicevano: la misura è un numero. La moneta è un numero. Poi sarà più grande o più piccolo, ma è un numero, come ogni unità di misura è però un numero speciale, perché misura del valore e valore della misura.Cosa significa questo?Ogni convenzione ha bisogno di una manifestazione. La convenzione è un accordo giuridico e c’è bisogno della forma. Per esempio il rosso, il verde del semaforo sono forme del diritto, rosso non puoi attraversare, verde puoi attraversare, sono comandi dati con il colore della luce.Altri comandi si possono dare con di pezzi di carta o una moneta d’oro. Perché è una forma di una fattispecie giuridica. Questa forma ha la funzione di manifestare la convenzione e di attribuire la proprietà del valore della misura cioè del potere d’acquisto.Le pepite d’oro e la truffa delle banconoteQuando la moneta era d’oro, chi trovava una pepita d’oro se ne appropriava senza indebitarsi con la miniera. Oggi a posto della miniera c’è la Banca Centrale. Al posto della pepita c’è un pezzo di carta. Al posto della proprietà c’è il debito. La banca emette prestando, ci espropria e ci indebita dei soldi nostri.Quando la moneta era d’oro, chi trovava una pepita d’oro se ne appropriava senza indebitarsi con la miniera. Oggi a posto della miniera c’è la Banca Centrale. Al posto della pepita c’è un pezzo di carta. Al posto della proprietà c’è il debito. La banca emette prestando, ci espropria e ci indebita dei soldi nostri.Questa truffa che ha trasformato i popoli da proprietari a debitori è avvenuta nel 1694, con la fondazione della Banca d’Inghilterra e la messa in circolazione della sterlina che è un pezzo di carta. Che cosa avveniva? La carta prendeva il posto dell’oro, tanto è vero che si è parlato di oro-carta. Anche la lira è una moneta oro-carta. Il dollaro? Tutto oro-carta.Che cosa è l’oro-carta? E’ la più grande truffa di tutti i tempi, perché quando la moneta era d’oro, chi l’aveva in tasca era padrone della sua moneta. Noi oggi ci illudiamo di essere proprietari dei soldi che abbiamo in tasca. Noi siamo i debitori dei soldi nostri, perché la banca centrale emette solo prestando, quindi quando circola la moneta, circola un oggetto gravato di debito verso la BC, e come fa la banca centrale a riprendersi questi soldi che ha prestato? Con il fisco e gli interessi bancari.Qui si capisce cosa è stata la Vandea, perchè quando la moneta era d’oro il prelievo fiscale era un atto di scambio tra il cittadino e lo stato. Io cittadino ti do i miei soldi e tu stato mi dai funzioni e servizi.Una moneta debito, una moneta come quella della banca d’Inghilterra, che oggi domina tutto il mondo, perché tutte le banche centrali del mondo usano la tecnica di emettere pezzi di carta prestandoli, ci espropria e ci indebita del valore della moneta che creiamo noi.Quando abbiamo in tasca i soldi nostri noi abbiamo la proprietà provvisoria, come lo è il debitore. Il debitore è il proprietario provvisorio per la durata del prestito, fintanto il padrone non dice: ridammi i miei soldi, perché sono io che ti li ho prestati.La Banca Centrale presta i soldi anche allo Stato. Quando voi sentite dire che la banca centrale è un organo dello Stato, sentite una falsità. La banca centrale è una società per azioni con scopo di lucro, tanto è vero che paga le tasse. Quindi una società privata con scopo di lucro che ci presta i soldi nostri, cioè carica il costo del denaro all’atto dell’emissione del duecento per cento, il cento per cento perché ci espropria dei soldi nostri e il cento percento perché ci indebita di altrettanto prestandoceli.Tornando alla Vandea, prima il suo cittadino pagava le tasse limitatamente al costo delle funzioni sociali, ma con il nuovo avvento è nato il fisco come tecnica della grande usuraio, che succhia sangue ai popoli. E’ la grande usura del signoraggio monetario.Ci danno in prestito gli stessi nostri soldiDominerete su tutti i popoli del mondo e signoreggerete su tutti i popoli del mondo, perché presterete e non prenderete nulla in prestito. Come si fa ad indebitare, ad essere creditori di tutti popoli del mondo e debitori di nessuno? C’è un solo modo: prestare moneta all’atto dell’emissione.Dominerete su tutti i popoli del mondo e signoreggerete su tutti i popoli del mondo, perché presterete e non prenderete nulla in prestito. Come si fa ad indebitare, ad essere creditori di tutti popoli del mondo e debitori di nessuno? C’è un solo modo: prestare moneta all’atto dell’emissione.La banca stampa e presta, ma chi crea il valore della moneta non è chi l’emette ma chi l’accetta. Ne volete una prova? Prendiamo un governatore mettiamolo su un’isola deserta a stampare monete, nasce il valore monetario? Evidentemente no, perché manca con la collettività la possibilità di creare convenzione , la convenzione che è tipica di ogni unità di misura. Ogni misura è un accordo, ed allora che cosa è successo? E’ avvenuto che i popoli sono stati imbrogliati, perché s’è fatto leva sul riflesso condizionato.Che cosa è il riflesso condizionato? Il cane poliziotto riesce ad individuare dove sta la droga perché sa che gli danno qualcosa. Il cane sa che se trova la droga mangia. Anche noi siamo soggetti ad un riflesso condizionato, inventato dalla massoneria inglese quando ha fondato la banca d’Inghilterra. Tutti i popoli per tradizione erano stati abituati a dare sempre un corrispettivo per avere denaro, ed allora all’atto dell’emissione hanno dato il denaro al popolo con il corrispettivo del debito. Cioè noi abbiamo preso in prestito, e prendiamo ancora oggi in prestito, i soldi nostri. Quindi siamo truffati perché espropriati ed indebitati.Il 10 marzo del 1993, dopo un congresso all’università Gabriele D’Annunzio, sono andato dal procuratore della Repubblica ed ho denunciato Ciampi, all’epoca governatore della banca d’Italia, e attuale presidente della Repubblica, per truffa , falso in bilancio, associazione a delinquere, usura e istigazione al suicidio.Il suicidio da insolvenza è fatto dai grandi usurai, ed il primo grande usuraio è lui. Dopo questa denuncia mi ha chiamato il procuratore della Repubblica di Roma e mi fa: “Professore, lei ha dimostrato il reato, l’elemento materiale c’è, manca il dolo perché è sempre stato così”.Che significa che è sempre stato così? La continuazione di un reato è un aggravante della responsabilità penale. Se c’era reato Ciampi sarebbe dovuto andare sotto processo, o io denunciato per calunnia, vie di mezzo non ce ne sono.Abbiamo denunciato la Banca d’Italia, perché nel bilancio riporta a debito la moneta che presta. Ma come fa un debitore ad essere creditore? Se tu presti non sei debitore, sei il creditore, cioè il proprietario. Questo è falso in bilancio.Le cose più difficili da vedere sono le cose ovvie, come i baffi che portiamo sotto il naso.Noi abbiamo messo sotto gli occhi della gente la verità, di chi è la moneta?La moneta è di chi la crea, e dall’esempio dell’isola deserta abbiamo dimostrato che è della gente e non del governatore. Quindi la Banca Centrale deve stampare ed accreditare, e non stampare ed addebitare come fa, perché ci presta i soldi nostri.Fui invitato all’hotel delle “Quattro stagioni” a Rieti per un convegno, c’è stato il direttore della Banca d’Italia di Rieti il quale venuto al microfono, a me rivolto, ha detto: Devo farle un rimprovero, lei ha insinuato che noi della Banca d’Italia siamo dei delinquenti. Lo corressi, io non ho insinuato, io ho affermato. Quindi se vi sentite offesi mi dovete denunciare per calunnia.La guerra è mortale, perché se noi non sostituiamo alla moneta debito, la moneta proprietà, i giovani, le nuove generazioni, non avranno altra scelta che la disperazione. Oggi il suicidio da insolvenza sta diventando una malattia sociale. Quando la Banca Centrale all’atto dell’emissione carica il costo del denaro del 200% , la puntualità dei pagamenti è impossibile.Vi ricordate il postino, una volta quando arrivava era una festa, oggi è diventata una preoccupazione, perché continuamente arriva il debito da pagare.Non è democrazia, è usurocraziaQuesta è una prova che non stiamo vivendo in tempi di democrazia, ma di usurocrazia.Per quanto riguarda la proprietà della moneta, si tratta di dare attuazione ad una norma costituzionale che c’è, è il secondo comma dell’articolo 42 della Costituzione italiana. Questo comma parla del libero accesso alla proprietà per tutti. Cosa significa accesso alla proprietà? Significa dare contenuto economico, cioè creare un diritto della persona con contenuto patrimoniale, questo è diritto sociale. Il diritto sociale è stato tentato anche dalle scuole socialiste così come da quelle cristiane, democristiane.Questa è una prova che non stiamo vivendo in tempi di democrazia, ma di usurocrazia. Per quanto riguarda la proprietà della moneta, si tratta di dare attuazione ad una norma costituzionale che c’è, è il secondo comma dell’articolo 42 della Costituzione italiana. Questo comma parla del libero accesso alla proprietà per tutti. Cosa significa accesso alla proprietà? Significa dare contenuto economico, cioè creare un diritto della persona con contenuto patrimoniale, questo è diritto sociale. Il diritto sociale è stato tentato anche dalle scuole socialiste così come da quelle cristiane, democristiane.Scopo della norma, nel diritto sociale nell’ambito dell’ordinamento giuridico, non è solo quello di dare la tutela giuridica, ma anche il contenuto economico è diritto.Se noi andiamo a offrire al proletariato il libro del codice civile che tratta la proprietà privata, il proletariato non aveva e non ha nulla. E’ come offrire un paio di scarpe a chi non ha i piedi.Ecco la ragione per cui noi dobbiamo creare un diritto sociale diverso da quello che è stato il socialismo reale così come dall’elemosina di Stato fatta dai democristiani, che include anche il principio del raccomandato di ferro.Lo stato socialista, come è stato realizzato, ha pianificato la produzione e quindi ha pianificato i consumi, E’ stato come un allevamento dei polli, ad ogni pollo si pianifica quanti grammi di mangime dare. Questo socialismo non è stato uno Stato ma un allevamento di bestiame umano.Che cosa è stata invece la democrazia cristiana se non l’istigatrice all’elemosina? Il proprietario non fa l’elemosina, ma ha il diritto di pretendere. Questa è anche la differenza tra il cittadino romano e l’elemosiniere come è stato invece concepito dalla democrazia cristiana.Anche il diritto di pretendere vuol dire rispettare la dignità della persona, perché ti devo dare i soldi tuoi. I soldi si creano per convenzione senza costo, chi crea il valore della moneta è chi l’accetta per convenzione e chi lavora per creare potere d’acquisto.Se io produco un libro, ho creato un aumento del potere d’acquisto della moneta. Chi crea convenzionalmente questo valore? Chi lavora? La collettività.Noi ci dobbiamo riprendere i soldi nostri perché non vogliamo né l’allevamento di polli, né l’elemosina.Si può pensare a una moneta che non è solo misura del valore, ma anche valore della misura. Una moneta proprietà del portatore e senza riserva. La riserva non serve. Ne volete una prova? L’oro ha valore senza riserva. Perché? Per convenzione. Ed allora il valore che cosa è?E’ la previsione del tempo, non è una qualità della moneta. Per esempio, perché la penna ha valore? Perché io prevedo di scrivere. Il coltello perché ha valore? Perché prevedo di tagliare.Questa definizione del valore come rapporto tra fasi di tempo è stato il risultato di una ricerca fatta all’università, che è durata 34 anni. Dopo 34 anni ci siamo accorti che sul muro di un’antica casa, al centro di Teramo, era scolpita questa frase: “Non bene pro toto libertas venditur auro”, non è bene vendersi la libertà per tutto l’oro del mondo.Noi vogliamo riprenderci i soldi nostri, quelli degli altri non li vogliamo. Quello che ci spetta dobbiamo in qualche modo pretenderlo.Quando paghiamo le tasse, la maggior parte di quello che paghiamo, va a finire nelle tasche degli azionisti della Banca Centrale, che è una società per azioni a scopo di lucro. Vogliamo togliere la proprietà della moneta alla Banca Centrale e pagare le tasse semplicemente all’origine, non per gli interessi dovuti ai banchieri. Solo così la gente ricomincia a respirare, solo evitando la corsa fatta per pagare i debiti non dovuti. Solo così si eviterà di abbandonare i vecchi, o figli a casa da soli, solo così i giovani avranno una vita loro.Aveva ragione Pound, l’usura uccide il feto nel grembo della madre, e che i politici sono i camerieri delle banche. Non perché il politico abbia animo servile, ma perché le regole del gioco non consentono altrimenti.Termina qui la conferenza del prof. Auriti, a noi rimane la certezza che, fintanto ci sarà lo scacco delle Banche Centrali sull’emissione della moneta e sulla sua proprietà, ben pochi spazi di manovra ci saranno per la libertà degli uomini e per il riassesto di uno Stato che voglia onorare il suo scopo.Bisognerà costruire un diritto sociale in grado di dare un contenuto economico reale e distribuito, e questo dovrà passare attraverso la cruna della moneta di popolo.
SIGNORAGGIO E ILLICEITÀ DEL SISTEMA FISCALE
SIGNORAGGIO E ILLICEITÀ DEL SISTEMA FISCALEUltimo comunicato dell'Avv. Alfonso Luigi MARRAIL SIGNORAGGIO.L’ILLICEITÀ DEL SISTEMA FISCALE.I MOTIVI GIURIDICI DELLE CAUSE PER CONTESTARE IL PAGAMENTO DEI FIDI E DEI MUTUI.Indisturbate, le banche centrali, fra cui la Banca d’Italia (BdI) e la Banca Centrale Europea (BCE), incredibilmente private, praticano il crimine del signoraggio primario, mentre le banche commerciali praticano l’ancor più grave signoraggio secondario, realizzando peraltro un’evasione fiscale maggiore sia delle tasse pagate che delle tasse evase dal resto della società.Dopo averlo infatti segretato già dalla nascita della Repubblica fin negli atti del Parlamento (con gli omissis), si è “scoperto” che la BdI è di privati (85% banche, 10% assicurazioni, 5% ignoti), come gran parte delle altre banche centrali; fra cui la BCE, che è al 14,57% della BdI, e quindi dei privati suoi proprietari.Una privatezza di cui, da quando, pochi anni fa, la si è scoperta, si cerca di sminuire la rilevanza, ma che è la causa del malessere economico e finanziaro del mondo.Signoraggio primario della BdI/BCE e delle altre banche centrali che consiste in quel che segue.1) Nello stampare continuamente le banconote al costo della carta e dell’inchiostro (dal 1929 non occorre alcun corrispettivo in oro, né è mai realmente occorso). Banconote la cui quantità è nota solo a loro, perché i numeri di serie non sono progressivi, e non se ne conosce il significato.2) Usarle (al valore in euro, dollari ecc. su esse stampato) per comprare dagli Stati - udite udite - un pari importo in titoli del debito pubblico (BOT, CCT, BPT, CTZ).3) Vendere i titoli alle aste, riprendendosi i soldi e lasciando allo Stato il “debito pubblico” inventato mediante questo crimine.4) Iscrivere fraudolentemente al passivo l’importo delle banconote stampate a costo zero allo scopo di “pareggiare” iscrivendo all’attivo i titoli o il ricavato della loro vendita, e di occultare queste enormi somme. Un occultamento al quale (fermo restando che, come vedremo, anche il sistema fiscale è illecito), all’aliquota del 50%, segue poi un’evasione fiscale per un importo pari alla metà delle banconote emesse per “acquistare in contropartita” il debito pubblico, al solo pagamento dei cui interessi dobbiamo destinare una non modesta parte del bilancio. Fermo restando che molti deducono dalla non progressività dei numeri di serie delle banconote che la loro quantità è fuori controllo. Un fenomeno prima di produzione incontrollata e da falsari delle banconote e poi, come vedremo, di cinquantuplicazione del loro uso a opera delle banche commerciali (signoraggio secondario), che è la causa sia dell’inflazione che dell’attuale, illecito sistema fiscale, creato anche a fini di dominio dei cittadini mediante il criminalizzarli in quanto evasori, riciclatori ecc. Crimini che, tra l’altro, fermo restando l’obbligo dello Stato di pagare ai compratori alla scadenza i titoli già emessi con i promessi interessi, rendono però responsabili del “debito pubblico” la BdI/BCE, avendone esse (non lo Stato) riscosso il corrispettivo.5) Riciclare il denaro così truffato mediante centrali interbancarie mondiali, fra cui innumerevoli fonti Internet indicano la Clearstream, l’Euroclear, la Swift e altre.Fenomeni che hanno stravolto il mondo, a partire da ciò che si definisce inflazione, che è tutt’altro da ciò che si ritiene, perché è frutto della produzione del denaro a opera di falsari (le banche). Osserviamo infatti che se, ad esempio, il denaro globale è 100, e un falsario (le banche) ne crea un altro ammontare pari di nuovo a 100, nel momento in cui lo mette in circolazione (lo spende), da un lato si appropria indebitamente di metà della ricchezza reale, e dall’altro porta a 200 il denaro globale, per cui ne diminuisce del 50% il potere di acquisto, ovvero determina una (cosidetta) inflazione del 50%.Inflazione che non si verificherebbe se fosse invece lo Stato a produrre il denaro. Questo perché lo Stato, per legge, dovrebbe poi erogarlo solo a corrispettivo di beni, prestazioni, diritti ecc., ovvero inverandolo (coprendolo) mediante il parallelo incremento delle ricchezza reale che riceve in cambio, per cui il potere di acquisto del denaro rimarrebbe invariato.Inveramento (processo che ho definito proprio io) che non c’è quando a produrre il denaro è un falsario (una banca), perché il falsario lo assegna a sé senza prima coprirloinverarlo.Ciò che rileva, in definitiva, non è che il mio stipendio di £ 1.936.270 divenga di mille euro, o che lo Stato porti la cifra del denaro globale da 100 a 200, perché, quale che sia la cifra del denaro globale, o comunque essa vari, non potrà che corrispondere alla quantità globale di ricchezza reale.Rileva invece la percentuale del denaro globale che taluno ha, perché a essa corrisponde la percentuale di ricchezza reale globale che può comprare.Definisco quindi inflazione quel fenomeno che si verifica quando, avendo dei falsari introdotto del denaro mediante lo spenderlo, abbiano così causato una diminuzione (a loro vantaggio) della percentuale del denaro globale in mano ai cittadini, alla quale corrisponderà una parallela diminuzione della percentuale di ricchezza reale che possono comprare.Considerazioni dalle quali si deduce anche che i cittadini hanno il potere di inverare i soldi (chiunque li produca) per il sol fatto di riceverseli, perché sussiste la presunzione di fondo che non li ricevano a titolo gratuito, ma sempre coprendoli con la prestazione, il bene o il diritto che offrono a corrispettivo.Un quadro nel quale, se un falsario “presta” dei soldi a un ignaro cittadino, che li spende mettendoli irrimediabilmente in circolazione, ma poi viene a sapere della loro falsità e può provarla, nulla dovrà al falsario, sia perché il falsario nulla gli ha dato, e sia perché il corrispettivo dello spendere quei soldi il cittadino lo otterrà dalla collettività, non dal falsario; sicché è alla collettività che dovrà restituirli.Motivi per i quali sostengo di seguito che fidi, mutui, quinti di stipendio ecc. non vanno restituiti alle banche, e che se si vogliono rendere veri i “debiti” dei cittadini verso di esse, per poterli poi esigere, occorre prima confiscarle e nazionalizzarle, essendo altrimenti i loro crediti inesigibili in quanto crediti di falsari e di truffatori.Crediti la cui riscossione renderà ricchissimo lo Stato debellando anche la drammatica demonetizzazione pilotata dalle banche per indebolirci e dominarci.Infatti, nel momento in cui il denaro è prodotto dalla Stato, sicché produrlo non causa inflazione, ne va stampato un adeguato quantitativo, perché ciò incrementa gli scambi ed è benefico per l’economia.Accuse di violazione degli artt. del c.p. 241, 283, 648 bis, 501, 501 bis, 416, 61 ecc. che non vanno ad alcun soggetto noto, ma ai soli beneficiari consci, diretti ed ignoti di questi delitti.Opera di falsificazione delle Banche Centrali, a cui si somma l’opera di continua appropriazione indebita da parte delle banche commerciali (loro proprietarie) attraverso il meccanismo del “moltiplicatore monetario”.Moltiplicatore monetario in virtù del quale le banche, secondo prassi che una prona e scellerata dottrina di regime dà per scontate, ma sono il massimo della criminalità, realizzano prestiti per un ammontare 50 volte maggiore del denaro che detengono.In sostanza, se Tizio versa su Banca Intesa/San Paolo (proprietaria del 44,25% di BdI) 100.000 euro, essa banca tratterrà il 2% come riserva (per arrotondare, in realtà è l’1,6%), e presterà il 98% che, una volta depositato in un’altra banca, di nuovo, a cascata, sarà prestato al 98% all’infinito.Finché, non la singola banca, ma il sistema bancario, attraverso un giro di prestiti di un importo ogni volta più basso del 2%, avrà azzerato i 100.000 euro iniziali, ma avrà incassato gli interessi su prestiti per 5.000.000.Un usare 50 volte sempre lo stesso denaro che serve a monetizzare la società, ma serve poi alle banche commerciali per imporre illecitamente interessi su ognuno di questi prestiti di denaro altrui, per i quali hanno diritto solo a dei compensi per il servizio (che peraltro già riscuotono) dovendo gli interessi andare ai proprietari del denaro.Quanto poi all’attuale sistema fiscale è illecito perché la sua principale funzione è costringere i cittadini a finanziare l’acquisto delle banconote (che già gli appartengono), presso le banche centrali.Più in dettaglio il fisco serve a raccogliere, attraverso le imposte e tasse, denaro già inverato (oppure titoli corrispondenti) da usare per il pagamento del denaro da comprare (inverarecoprire).Tasse e imposte che non serviranno più quando lo Stato non dovrà più comprare il denaro, ma lo stamperà e se lo farà pagarecoprireinverare dalla collettività con beni o servizi necessari per realizzare quanto occorre.Un sistema in cui può credo bastare un’unica imposta (potremmo definirla la “generale”) da pagarsi (senza compensazioni tra dare e avere) sui consumi di beni o servizi.Meccanismi fraudolenti che, tra signoraggio primario e secondario, processi inflattivi a loro vantaggio, tasse evase e fiscalità illecita, sversa fiumi di denaro nelle banche, la cui esistenza è quindi basata su denaro accumulato nel tempo illecitamente.Ecco perché, per gli stessi motivi per i quali non è dovuta a un ladro la restituzione di un prestito di somme rubate, si può ben sostenere nelle cause che non è dovuta alle banche la restituzione dei fidi, mutui, quinti di stipendio ecc., essendo essa dovuta al vero proprietario: la collettività.Così come, nella stessa logica, non è dovuto il pagamento delle attuali imposte e tasse.Contestazioni che però vanno fatte salvaguardandosi con ogni indispensabile strategia giudiziaria e, specie per i mutui e le imposte, continuando, se possibile, nel mentre a pagarli. Cause che noi avvocati dobbiamo iniziare in massa adducendo anche, in subordine, nelle cause contro le banche, che il tasso, specie nei fidi, è di solito usuraio, per cui, al limite, va restituito il solo capitale; ed, ancor più subordinatamente, ciò che la giurisprudenza già riconosce, come l’illegittimità di anatocismo, accredito tardivo dei versamenti, commissione di massimo scoperto, ecc.Citazioni impostate cioè in modo da ottenere già in primo grado l’accoglimento anche solo parziale delle subordinate (per importi sovente elevati), per poi proseguire, per il resto, in appello e in cassazione, in attesa che, in breve, la giurisprudenza si evolva. Come pure vanno promosse le cause anche contro le tasse e le imposte, formulando anche qui, quale domanda principale, la richiesta che venga pronunziata la loro non debenza stante la illiceità del sistema fiscale e, quali subordinate, tutte le altre ordinarie richieste. Cosche che hanno imposto al mondo le loro regole codificandole nei sistemi fiscali vigenti o nei famosi accordi di Basilea, di cui tutti si riempiono ridicolmente la bocca, ignorando che sono solo dei volgari accordi illeciti tra privati.Cose che ora, per la verità proprio in seguito alla vasta diffusione di questo documento, sono divenute così note che, per dare un contentino, si inizia a parlare di nazionalizzare le banche centrali, a partire dalla BdI.Senza invece mai mettere in discussione il signoraggio secondario, che è la maggior fonte dei loro proventi attraverso gli interessi sui mutui, fidi, carte di credito, ecc.Cose illecite perché gli interessi devono andare integralmente ai proprietari del denaro, e lo Stato, quando ha bisogno di soldi, deve stampare, da sé, le banconote, come fa già con le monete di metallo, che sono però solo il 2% delle banconote.Interessi peraltro generalmente usurai. Usura che, consistendo il signoraggio secondario, come abbiamo visto, nell’appropriarsi indebitamente di interessi cinquantuplicati sui prestiti di denaro altrui, ne costituisce quindi la forma estrema.Stampa delle banconote e creazione del denaro cartolare da parte dello Stato che richiede una modifica del trattato di Maastricht e della Costituzione Europea, però aggirabile confiscando e nazionalizzando le banche ed eliminando i fattori di criminalità dal loro operato.Trattato, Costituzione Europea e sistemi fiscali scritti di pugno dalle banche, e con i quali hanno tentato di rapinare gli Stati della sovranità economica per ricettarla a queste cosche, ma senza potervi riuscire, perché resta il contrasto con tutti i principi fondamentali della Costituzione Italiana, della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, e con tutti gli altri principi della stessa Costituzione Europea e di ogni altra norma.Stampa dei soldi da parte dello Stato non indispensabile anche da varie altre angolazioni, essendo sufficiente che lo Stato li paghi alla BCE/BdI al mero costo tipografico, o anche solo che le banche centrali iscrivano come è ovvio all’attivo le banconote che creano e vi paghino le tasse: cosa che non risolve tutto il problema, ma basta ad arricchirci e ad evidenziare la criminalità dell’attuale sistema.Crimini la cui segretazione in tanta disgrazia torna utile nelle cause per il rimborso del signoraggio primario in ragione di 29.000 euro a cittadino 20.000 euro per danni non patrimoniali, poiché, non potendo certo detti crimini essere previsti per legge, non vi sono ostacoli normativi a rimuoverli (La sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione n. 16751/06 verte in altra fattispecie perché la relativa citazione in tema di signoraggio primario non coglie nel segno.Al di là comunque del prodigarsi delle SU a negare di avere giurisdizione sulle politiche economiche degli Stati, qui si chiede invece ci si pronunzi, oltre che sui crimini bancari, sulla violazione di norme ordinarie, costituzionali e internazionali.) Prassi queste della BCE come della Federal Reserve, della Bank of England, Banca del Giappone eccetera, nonché dei sistemi fiscali, contro le quali non è vero che nessuno e nessun Paese può nulla, perché non appena magistratura, politica e informazione inizieranno a fare il loro dovere questi mostri saranno sconfitti in un baleno; e se non lo faranno saranno travolti lo stesso insieme ai loro mezzani; grazie a Internet: la nuova alleanza.Alfonso Luigi MarraALLA SINISTRA E ALLA MAGISTRATURA NONCHÉ A BERSANI, DE LUCA, SANTORO, SAVIANO E TRAVAGLIOcirca la necessità di leggere il documento che segue sul signoraggio bancario, perché, una volta saputo in cosa consiste questa mostruosità, è indubbio che si mobiliteranno per sconfiggerla. Emblematicità del fatto che nessuno sa nulla dei Rockefeller, Rothschild ecc. nonostante controllino il sistema bancario, e siano quindi i padroni del mondo.Impossibilità di uscire dalla crisi se prima non si sconfigge il signoraggio bancario nazionalizzando la Banca d’Italia, la BCE e le altre banche centrali, e non si pareggiano i tassi attivi ai passivi affinchè i proventi dei prestiti vadano ai proprietari dei soldi e non alle banche commerciali.Mi spiace, gentili destinatari di questo documento, di avervi in precedenza accusato di operare da manutengoli del potere bancario per distogliere l’opinione pubblica dall’immane crimine del signoraggio bancario mediante il propagandare una visione falsa, enfatica e romanzata della mafia, camorra e ‘ndrangheta, nonché dei processi ai Berlusconi, Dell’Utri, Cosentino o Conte, a prescindere che siano o no colpevoli di ciò di cui li si accusa.Mi spiace perché, a una migliore riflessione, ho concluso che in realtà siete solo all’oscuro di cosa sia il signoraggio.Una disinformazione di cui non posso farvi colpa, perché io stesso, dopo una vita di cause contro le banche, ho appreso cos’è solo nel 2006, leggendo “Euroschiavi”, di Marco DellaLuna, e ho poi impiegato mesi di analisi per capire altre cose senza le quali la comprensione del fenomeno non sarebbe stata sufficiente.Cose come ciò che ho definito “inveramento della moneta” (vedi dal doc.134), sconosciuto alla letteratura in materia, che parte da Giacinto Auriti, oltre ai meccanismi che regolano il signoraggio secondario, in relazione ai quali, peraltro, ero incorso in un errore poi correttomi da mio figlio Giulio dopo un’aspra discussione per il suo sofferto tener testa alla mia reazione di fronte alla sua insistenza. Documento n. 134 che vi prego di leggere, affinché vi appaia chiaro che quel che per tutti è una crisi, è invece un’occasione di arricchimento oltre il ragionevole e l’utile (c’è un limite anche all’utilità della ricchezza) per i poteri che si appropriano degli immani proventi del signoraggio, dei falsi in bilancio e riciclaggi della Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea, nonché delle loro evasioni fiscali, le quali, benché l’intero sistema fiscale sia illecito a causa del signoraggio, ammontano a una somma maggiore di tutte le tasse sia pagate che evase dal resto della società.Fermo restando che esiste, in voi come nel centro destra e in tutta la collettività, una grande resistenza alla diffusione di questi temi, perché il loro emergere causerà cambiamenti positivissimi, ma che spaventano ugualmente la società.La spaventano perché le banche, avendo il controllo delle decine di migliaia di miliardi di euro, dollari ecc. che vorticano nel pianeta, sono l’unico potere, e hanno costruito il mondo in funzione del signoraggio.Un’assurda difesa del signoraggio che finirà quando tutti avranno capito cos’è, per cui, per cominciare, osserviamo la singolarità del fatto che, mentre non c’è aspetto della vita dei pur sovente miseri protagonisti dei media che non sia reso noto al mondo intero, nessuno sa nulla dei Rockefeller, dei Rothschild e delle altre dinastie che dominano il mondo perché dominano le banche.Nella stessa logica vengono spettacolarizzati tutti gli aspetti della vita dei leader politici, ma solo perché non incidono sul controllo della società da parte delle banche, e tutto serve da spettacolo per distogliere le genti dal signoraggio.Società che si fa distogliere perché resistere ai cambiamenti è naturale, sicché il potere bancario ha esasperato le tendenze all’immobilismo mediante sistemi quali il favorire l’abdicazione culturale, il travolgere l’autonomia intellettuale mediante tendenze pervasive quanto demotivanti (mode), e soprattutto l’ostacolare l’interrelazione alimentando la sfiducia e la paura degli altri attraverso l’induzione alla sessualità genitale anziché dialogica.La valenza fondamentale della sessualità è infatti quella di strumento per addivenire all’emozionale profondo dell’altro.Questa concezione della sessualità, però, innescherebbe la dialogicità nella coppia, ovvero il confronto.Confronto che dalla coppia si estenderebbe alla famiglia e alla società, determinando continui cambiamenti e aggiustamenti, perché il confronto è in sé rivoluzionario.Il potere ha quindi avuto l’esigenza di ridurre la sessualità alla mera sfera genitale, trasformandola in strumento per cercare di incidere nell’emozionale profondo dell’altro impedendo l’accesso al proprio.Sistemi attraverso i quali le banche hanno creato un tipo di coppia, di famiglia, di società, in cui nessuno si fida di nessun altro, per cui, più gli individui divengono isolati, deboli e sofferenti, più aumenta la loro paura di veder mutare le relazioni affettive, sentimentali e sessuali che sono riusciti a instaurare, e più si accaniscono nel divenire loro stessi i custodi del regime di schiavitù in cui le banche li tengono.Tutti custodi dunque dell’ordine che ci consuma e tutti presi da una continua lotta tra poveri, o a limite contro dei ricchi che, a partire da Berlusconi, il più ricco d’Italia, non hanno comunque altro potere che di eseguire gli ordini.Ordini cioè di ingolfare la mente collettiva di problemi tutti importanti, ma dei quali è inutile parlare, perché dipendono tutti dall’unica cosa di cui invece non parla mai nessuno, il signoraggio.Occorre cioè che la società sfondi la barriera del suo inconscio fittizio e giunga a nuove forme del conoscere rispetto a tutto quanto già sa.Questo perché il problema più grave non è il signoraggio, ma l’involuzione climatica, giacché la ricchezza che l’industrializzazione è in grado di produrre ha causato un tipo di crisi dovuta addirittura al fatto che tutto può essere prodotto con troppa facilità da chiunque, per cui non si riescono più a conseguire margini.Involuzione climatica che rende indispensabile il cambio culturale perché, se non è già giunta all’irreversibilità, vi giungerà in pochissimi anni, e non può essere fermata se prima non si sconfigge il signoraggio, perché nulla potrà cambiare finché il mondo sarà dominato dalle banche attraverso il folle tipo di politica, informazione e giustizia che esse inducono.
Un SALUTO SA stuyve.

sabato 6 febbraio 2010

Quella sovranità della moneta in mani private

Articolo pubblicato il 06 febraio 2010 da il Gionale di Vittorio Feltri
Leggibile su: il Giornale.it
Abbiamo ricominciato a tremare per le banche. Abbiamo ricominciato a tremare addirittura per gli Stati, a rischio di fallimento attraverso i debiti delle banche. Si è alzata anche, in questi frangenti, la voce di Mario Draghi con il suo memento ai governanti: attenzione al debito pubblico e a quello privato; dovete a tutti i costi farli diminuire. Giusto. Ma l’unico modo efficace per farli diminuire è finalmente riappropriarsene. Non è forse giunta l’ora, dopo tutto quanto abbiamo dovuto soffrire a causa delle incredibili malversazioni dei banchieri, di sottrarci al loro macroscopico potere? Per prima cosa informando con correttezza i cittadini di ciò che in grande maggioranza non sanno, ossia che non sono gli Stati i padroni del denaro che viene messo in circolazione in quanto hanno delegato pochi privati, azionisti delle banche centrali, a crearlo. Sì, sembra perfino grottesca una cosa simile; uno scherzo surreale del quale ridere; ma è realtà. C’è stato un momento in cui alcuni ricchissimi banchieri hanno convinto gli Stati a cedere loro il diritto di fabbricare la moneta per poi prestargliela con tanto di interesse. È così che si è formato il debito pubblico: sono i soldi che ogni cittadino deve alla banca centrale del suo paese per ogni moneta che adopera. La Banca d’Italia non è per nulla la «Banca d’Italia», ossia la nostra, degli italiani, ma una banca privata, così come le altre Banche centrali inclusa quella Europea, che sono proprietà di grandi istituti di credito, pur traendo volutamente i popoli in inganno fregiandosi del nome dello Stato per il quale fabbricano il denaro. Ha cominciato la Federal Reserve (che si chiama così ma che non ha nulla di «federale»), banca centrale americana, i cui azionisti sono alcune delle più famose banche del mondo quali la Rothschild Bank di Londra, la Warburg Bank di Berlino, la Goldman Sachs di New York e poche altre. Queste a loro volta sono anche azioniste di molte delle Banche centrali degli Stati europei e queste infine, con il sistema delle scatole cinesi, sono proprietarie della Banca centrale europea. Insomma il patrimonio finanziario del mondo è nelle mani di pochissimi privati ai quali è stato conferito per legge un potere sovranazionale, cosa di per sé illegittima negli Stati democratici ove la Costituzione afferma, come in quella italiana, che la sovranità appartiene al popolo.Niente è segreto di quanto detto finora, anzi: è sufficiente cercare le voci adatte in internet per ottenere senza difficoltà le informazioni fondamentali sulla fabbricazione bancaria delle monete, sul cosiddetto «signoraggio», ossia sull’interesse che gli Stati pagano per avere «in prestito» dalle banche il denaro che adoperiamo e sulla sua assurda conseguenza: l’accumulo sempre crescente del debito pubblico dei singoli Stati. Anche la bibliografia è abbastanza nutrita e sono facilmente reperibili sia le traduzioni in italiano che i volumi specialistici di nostri autori. Tuttavia queste informazioni non circolano e sembra quasi che si sia formata, senza uno specifico divieto, una specie di congiura del silenzio. È vero che le decisioni dei banchieri hanno per statuto diritto alla segretezza; ma sappiamo bene quale forza pubblicitaria di diffusione la segretezza aggiunga alle notizie. Probabilmente si tratta del timore per le terribili rappresaglie cui sono andati incontro in America quegli eroici politici che hanno tentato di far saltare l’accordo con le banche e di cui si parla come dei «caduti» per la moneta. Abraham Lincoln, John F. Kennedy, Robert Kennedy sono stati uccisi, infatti (questo collegamento causale naturalmente è senza prove) subito dopo aver firmato la legge che autorizzava lo Stato a produrre il dollaro in proprio.
Oggi, però, è indispensabile che i popoli guardino con determinazione e consapevolezza alla realtà del debito pubblico nelle sue vere cause in modo da indurre i governanti a riappropriarsi della sovranità monetaria prima che esso diventi inestinguibile. È questo il momento. Proprio perché i banchieri ci avvertono che il debito pubblico è troppo alto e deve rientrare, ma non è possibile farlo senza aumentare ancora le tasse oppure eliminare alcune delle più preziose garanzie sociali; proprio perché le banche hanno ricominciato a fallire (anche se in realtà non avevano affatto smesso) e ci portano al disastro; proprio perché è evidente che il sistema, così dichiaratamente patologico, è giunto alle sue estreme conseguenze, dobbiamo mettervi fine. In Italia non sarà difficile convincerne i governanti, visto che più volte è apparso chiaramente che la loro insofferenza per la situazione è quasi pari alla nostra.
commenti. sempre dal link il Giornale.it
Essendo un antiberlusconiano di sinistra non leggo Il Giornale, ma devo ammettere che è l'unico ad affrontare questo importantissimo argomento di politica economica. La democrazia non è davvero tale quando la moneta è posseduta dai privati. il io sono un Komunista vecchio stampo. però se questa è la battaglia la trovo divertente e appassionante. avanti, adesso in prima pagina un attacco frontale alla BCE e a Draghi. Se avete il coraggio in molti ve lo riconosceremo....
io sono un Komunista vecchio stampo. però se questa è la battaglia la trovo divertente e appassionante. avanti, adesso in prima pagina un attacco frontale alla BCE e a Draghi. Se avete il coraggio in molti ve lo riconosceremo....

ottimo articolo che meriterebbe una prima pagina, mi piacerebbe vedere trattato questo argomento in un programma televisivo dove si spiega ai telespettatori in parole povere come viene prodotta la moneta

Bravo l'autore di quest'articolo. Bravo Feltri. Bravo Tremonti e bravo Silvio. I contorni si delineano sempre di più. Vi ricordate quando Tremonti è stato fatto saltare da Fini e Casini perché si era messo contro Fazio? Silvio è col POPOLO e noi siamo con lui. E tutti gli altri sono contro di noi e contro di lui, prezzolati dei cambiavalute. Ho disdetto SKY e scelto Mediaset premium (costa anche la metà). Comprerò solo più "Il Giornale". Dobbiamo fare Silvio sempre più forte per essere noi sempre più forti. Grazie "redazione" e Grazie Feltri per rischiare per noi tutti, ancora troppo inconsapevoli di quello che ci succede intorno: grazie a quest'articolo molti si sveglieranno. CONTINUATE COSI'
Un saluto da Stuyv.

martedì 26 gennaio 2010

La Terza guerra alla salute e al clima

da:www.disinformazione.it
Oltre la verita' ufficiale
Stiamo affrontando gli stessi personaggi, gli stessi loschi figuri Valdo Vaccaro - http://valdovaccaro.blogspot.com/ - http://www.medicinanaturale.biz/

Ciao Valdo, grazie per le tesine. Vedo che anche tu non scherzi quando ti cerchi dei nemici. Stiamo affrontando le stesse persone. Sono i padroni delle case farmaceutiche, delle fabbriche di armi, delle stalle da 200 mila capi e delle grandi istituzioni che stampano denaro senza averne i titoli, e che poi hanno la faccia tosta di prestarlo al mondo con tanto di interessi. Ormai è chiaro che la gente non si ammala per virus e batteri ma per il cibo-spazzatura, per l’inquinamento ambientale chimico ed elettromagnetico, per i troppi veleni e le colture OGM. Le nanotecnologie con i loro elementi auto-assemblanti capaci di attaccare il Dna, in forma dinanopolveri diffuse nei cibi, nei farmaci, nei vaccini, e nell’atmosfera, sono solo l’ultimo ritrovato. E, con queste porcherie, stanno lentamente, ma non troppo, trasformando gli esseri umani in automi vulnerabili ed elettrosensibili, pronti per il cablaggio al supercomputer globale. Questa è la realtà. A presto. Franco Bovone
Un messaggio meritevole di diffusione in un mondo ormai cloroformizzato
Ciao Franco, ho trovato il tempo per analizzare il tuo prezioso materiale, sintetizzarlo e riassemblarlo un po’, aggiungendovi pure del mio. Sono d’accordo con te che ci troviamo di fronte al medesimo nemico. Su questi problemi è fondamentale divulgare informazione corretta, senza esagerare e senza creare inutili allarmismi, all’infuori di quelli già impliciti nei fatti. Siccome la stampa pare anchilosata ed ipnotizzata su questi problemi, siamo noi che dobbiamo sobbarcarci l’onere di farlo. Il fatto che il Presidente della Repubblica Italiana, e un Ministro basilare come Giulio Tremonti, entrambi persone non solo autorevoli ma anche stimate e rispettate, abbiano citato in pubblico la faccenda del Nuovo Ordine Mondiale e degli Illuminati, dovrebbe svegliare le coscienze assopite e cloroformizzate del nostro paese, di tutti i governanti e della gente comune. Mi auguro che questo documento abbia la giusta e meritata diffusione. Valdo Vaccaio
I piani malefici, contro la salute della popolazione mondiale, non sono cosa di oggi. Le Nazioni Unite, già nel 1977 attestavano che La guerra ambientale, ovvero l’intenzionale modificazione a fini strategici del sistema ecologico naturale, come il clima, gli equilibri dell’atmosfera, le piattaforme tettoniche, è assolutamente proibita. Il fatto che l’ONU scrivesse già allora quanto sopra è alquanto inquietante e sconvolgente. Significa infatti che esistevano intenzioni e piani militari segreti ma non troppo, per demolire l’ignara popolazione mondiale nel suo bene più prezioso che è la salute.
Vari modi per ammalare e disintegrare la genteLa salute della popolazione
si colpisce in tanti modi:
1) Dandole da mangiare proteine nobili, ovvero bistecche di bovino, pollo, maiale e balena, e causando ad essa la putredine nobiliare e reale, antico nome del cancro che colpiva in esclusiva le corti dei tempi andati.
2) Ripescando dal Medioevo i terrori del passato e spaventando tutti coi fantasmi e con gli spiriti maligni della malattia nemica e contagiosa.
3) Imponendole esami diagnostici, operazioni, farmaci e vaccini a rotta di collo.
4) Cambiandole il clima, desertificando le aree vitali, modificandole il corso dei fiumi, creando terremoti e maremoti (o tsunami), spruzzando nei cieli degli aerosol chimico-biologici.
5) Costringendola a consumare prodotti agricoli geneticamente modificati, e a dipendere in modo schiavistico dalle sementi proposte dal monopolista mondiale.
6) Sovvertendo l’andamento economico-finanziario-valutario dei mercati.
Coninua: www.disinformazione.it

sabato 23 gennaio 2010

La politica e la vita del cittadino

Fonte: www.disinformazione.it
OLTRE LA VERITA UFFICIALE
Da: Giovanni Peccarisio – 5 gennaio 2010

Cos’è la “Res Publica”? Periodicamente nelle nazioni dove esiste una forma nominalmente democratica della vita sociale i cittadini votano per eleggere dei rappresentanti che gestiscano la “res pubblica”. Ma in che cosa consiste la “res pubblica” ? Per poter rispondere a questa domanda è necessario partire da una precisa conoscenza dell’essere umano.
Quest’ultimo per sua propria costituzione deve continuamente mantenere un sottile equilibrio fra i bisogni riguardanti il suo corpo fisico, i moti della sua vita animica (psichica) e le sue aspirazioni verso la realizzazione di mete spirituali. Soddisfare i bisogni del corpo fisico significa apportare e mantenere nel corpo fisico stesso, in modo armonico, i quattro elementi che lo compongono: terra, acqua, aria e fuoco. Fin dall’ antichità questi quattro elementi nella loro interrelazione sono stati considerati essenziali per mantenere la salute del corpo fisico.
La “res pubblica” è tutto ciò che riguarda i rapporti fra il singolo individuo e la società. Si potrebbe senz’ altro affermare che la natura della “res pubblica” è composta dall’insieme della vita culturale, economica e politico-giuridica. L’ambito politico-giuridico non dovrebbe gestire i primi due ambiti, soprattutto in modo coercitivo, ma solo vigilare rispettando la loro indipendenza e intervenire, per il bene della collettività, solamente in caso di comportamenti errati.
Qual è invece l’effettiva situazione delle cosiddette democrazie parlamentari più evolute? I rappresentanti politici delle medesime sono uniti, condizionati e, in modo diretto, strettamente dipendenti da potentati economici sovranazionali. Tutto ciò comporta che non vengano in primo luogo soddisfatti i bisogni dei cittadini ma che invece vengano salvaguardati e protetti gli interessi economici-finanziari di ristrette cerchie di persone che giungono non solo a gestire ma addirittura ad abusare delle radici, delle basi stesse della vita di ogni singola persona.
Questa globalizzazione dell’ economia mondiale, tuttora imperante, è stata presentata e imposta come panacea per qualsiasi problema dell’umanità. Lo strumento principale della globalizzazione sono le liberalizzazioni, che avrebbero dovuto comportare un innalzamento stupefacente della qualità di vita mentre invece le conseguenze sono state, e lo sono tuttora, opposte e disastrose. Le liberalizzazioni ormai si stanno rivelando giorno dopo giorno matrici e causa di malessere sociale a tutti i livelli e vanno a toccare direttamente ed indirettamente soprattutto l’integrità fisica dei popoli della terra perché, nonostante gli accattivanti proclami a favore del bene per l’ umanità, il fine vero delle liberalizzazioni è unicamente il profitto a scapito di tutto e tutti.
I quattro elementi Per ciascun essere umano il benessere del proprio corpo fisico è essenziale nel contesto di tutta la vita. Qualsiasi intervento eseguito dalla “res pubblica” dovrebbe salvaguardare e proteggere la terra, l’acqua, l’aria e il calore, i quattro elementi che costituiscono la vita umana e quella del pianeta terra. In tal modo sarebbe salvaguardata la salute di ciascun essere umano poiché il suo corpo fisico è affine alla terra nella sua parte solida, all’acqua nel suo organismo liquido, all’aria nel suo elemento gassoso e, per quanto riguarda il proprio calore interno, è in rapporto al calore esterno in modo esiziale. Se l’ individuo non si facesse imbrigliare la coscienza dalle sirene della disinformazione, allora potrebbe accorgersi di come vengano sferrati continuamente degli attacchi, estremamente nocivi, ai quattro elementi, alle radici principali della propria vita biologica. Si accorgerebbe che l’attacco rivolto contro uno dei quattro elementi, a breve o a lungo termine, si ripercuote anche sugli altri tre per l’effetto domino. Inoltre tutto ciò ha influenza anche sulle condizioni economiche dell’intera umanità come gli esempi seguenti stanno a dimostrare.
Terra - Quando la terra viene continuamente irrorata, intrisa di concimi chimici non solo si devitalizza e indebolisce la pianta ma i veleni così sparsi vanno ad interessare le acque reflue e sotterranee nonché quelle di superficie: fiumi, laghi e mari. Per conseguenza, inquinando l’aria, creano morie fra gli insetti impollinatori rompendo il delicatissimo equilibrio esistente fra terra, acqua ed aria. Anche il quarto elemento, il calore, si disarticola e il tutto crea squilibri e malattie nel pianeta e nell’ organismo degli esseri umani, nonché dissesti economici conseguenti. Ciascun elemento non viene trattato e curato amorevolmente a servizio del pianeta e dell’ umanità tutta ma, al contrario, viene asservito da ristrette cerchie finanziarie come fosse uno strumento atto a creare ottimi affari economici per soddisfare il loro egoismo. Tramite gli O.G.M. (organismi geneticamente modificati), si è cercato e si cerca di trasformare la pianta, figlia privilegiata della terra, in un avvilente prodotto economico. Gli O.G.M. rendono sterili le piante costringendo l’agricoltore ad acquistare i semi per le nuove produzioni ogni anno da imprese multinazionali monopoliste che hanno il solo fine del profitto economico.
Acqua - Per quanto riguarda l’ acqua, aldilà dell’ inquinamento ormai assodato, questo secondo elemento basilare della vita per l’imperante e mal compreso messianico principio della liberalizzazione di ogni cespite economico, viene equiparata ad un qualsiasi prodotto tramite la privatizzazione degli enti pubblici preposti alla sua erogazione. In tal modo un bene pubblico di fondamentale importanza per la vita giorno dopo giorno, nella maggior parte delle nazioni del mondo, diviene proprietà di pochi. Anche l’Italia da poco tempo si è allineata e piegata ai voleri degli organi economico-finanziari sovranazionali privatizzando l’ acqua.
Aria, Fuoco - Infine il destino del terzo elemento, l’aria, è strettamente legato a quello del quarto elemento il fuoco o, per meglio dire al calore. La creazione di energia termica è fondamentale per tutto l’apparato produttivo delle economie più avanzate, ma questo apparato si basa quasi esclusivamente sull’ utilizzo del petrolio e dei suoi derivati, che però genera pesanti effetti collaterali per l’uso indiscriminato che ne viene fatto.Gli elementi terra, acqua e soprattutto aria vengono sempre più pesantemente inquinati da fattori differenti, diversi dalla loro natura mentre invece il calore terrestre naturale viene caricato di altro calore che risulta comunque estraneo alla sua vera natura, determinando il cosiddetto riscaldamento globale. Oltre le già riconosciute malattie causate dai combustibili fossili che generano inquinamento estremamente nocivo è da sottolineare ancora un altro effetto sull’essere umano del tutto particolare.
Conseguenze dell’inquinamento Esiste un misterioso rapporto fra respirazione, circolazione sanguigna e mondo dei sentimenti. E’ conosciuta la relazione tra un sentimento di paura e il conseguente impallidire della persona. Il sangue, a causa della paura, si ritira dalla periferia all’interno dell’organismo per salvaguardare gli organi essenziali alla vita quali, ad esempio, il cuore. Il contrario avviene quando una persona arrossisce per una improvvisa emozione piacevole, o di imbarazzo, o di vergogna: il sangue affluisce alla periferia.
Un sangue caricato da veleni provenienti dall’aria respirata causa squilibri anche nel corretto ritmo della respirazione e ciò comporterà, come conseguenza dell’inquinamento dell’aria, un ottundimento nella manifestazione dei sentimenti. Specialmente la possibilità di espressione dei sentimenti più nobili, in primis l’ amore per tutto ciò che circonda l’essere umano stesso, saranno quelli che con più difficoltà potranno esprimersi e poiché sono proprio i sentimenti più nobili che tengono a bada gli istinti inferiori, quando i primi si indeboliscono i secondi prendono il sopravvento.
Anche l’acqua, simbolo stesso della vita, se viene pesantemente inquinata da agenti esterni, non é più vitale, non é più carica di energia e quando viene assimilata dall’organismo umano determinerà non solo danni fisici inevitabili ma, fra le altre ripercussioni, porterà nell’interiorità dell’essere umano ad una progressiva perdita di gioia di vivere.Infine l’inquinamento dell’elemento terra, che si manifesta negli alimenti solidi, influirà direttamente nei processi digestivi, nella trasformazione degli alimenti solidi in energia vitale. Essa è preposta a tutto ciò che si manifesta nel movimento fisico sia esterno che interno e nella sua massima espressione è conosciuta come volontà. Un’ alimentazione carente di energia vitale indebolirà non solo l’organismo fisico, ma smorzerà anche la spinta ad agire, a prendere decisioni, spegnendo poco a poco la volontà nell’individuo.
L’azione del singolo Sulla salvaguardia di questi quattro elementi di fondamentale importanza per la vita del pianeta Terra e dell’umanità tutta sembrerebbe ovvio che dovessero vigilare i rappresentanti politici eletti, apparentemente in modo democratico, dai cittadini delle varie nazioni. Purtroppo ciò non avviene perché ormai esiste una grave patologia riguardante il rapporto fra politica ed economia finanziaria, come già accennato all’inizio di questo scritto.Alla fine del XIX° secolo nel mondo occidentale è iniziato ad affermarsi sempre più decisamente il passaggio da una forma di civiltà agricola ad una configurazione economica di tipo industriale.
Questo processo ha richiesto un ingente flusso di capitali per creare le prime grandi industrie (Ford, Krupp ecc.) e leggi “ad hoc” per sostenere nel tempo le attività produttive. In seguito fu necessario trovare una forma di conciliazione fra politica e macroeconomia, che sempre più si stava avviando a divenire macrofinanza guidata soprattutto da due borse: Wall Street negli Stati Uniti e Londra in Inghilterra. Avvenne purtroppo un capovolgimento dei compiti a scapito di tutti i cittadini del mondo. La politica che avrebbe dovuto essere al servizio del bene pubblico anno dopo anno venne asservita all’ interesse egoistico di ristrette cerchie finanziarie.
Al tempo presente questa perversa situazione ormai si è tragicamente consolidata. Si è di fatto creata una oligarchia economica-finanziaria, che controlla le classi politiche delle nazioni più industrializzate del mondo.Quando la classe politica non difende adeguatamente la salute e la qualità della vita dei suoi cittadini non rimane che un’unica soluzione. Se l’individuo non si ritiene adeguatamente rappresentato e tutelato dalla classe politica allora deve prendere in mano egli stesso la propria vita.*L’uomo per evoluzione naturale, nel presente momento storico, ha la possibilità di avviare dei processi di coscienza sempre più chiari per cogliere l’autentica realtà del mondo che lo circonda in tutte le sue molteplici manifestazioni. Ciò gli permetterà di sceverare la verità dalle menzogne che quotidianamente vengono divulgate dai mass-media, nella quasi totalità proprietà di quei medesimi centri di potere economico-finanziari. Inoltre, cambiando la direzione sempre più condizionata dei suoi pensieri e sentimenti, dapprima partendo da se stesso e poi unendosi ad altri uomini liberi, potrà agire attivamente per cambiare la struttura della società.
Un saluto da Carmelo.